
Secondo quanto è emerso dal repoort 2018 sulla cybersecurity di una multinazionale giappopnese che opera nel settore dell’Information technology, la NTT Data, per risanare un’azienda a seguito di un attacco informatico occorrono mediamente due mesi e mezzo e circa un milione di euro.
Il recente susseguirsi di episodi di violazioni di cybersecurity ha portato alla ribalta la consapevolezza in materia di sicurezza informatica aziendale.
Le potenzialità delle nuove tecnologie hanno reso possibile la prevenzione intervenendo a monte sull’esposizione al rischio informatico così come le nuove normative saranno di fondamentale importanza per fronteggiare i nuovi scenari.
Sicurezza informatica: cosa cambia dal 2018
In questo senso il 2018 sarà un anno che cambierà drasticamente il modo di intendere la sicurezza informatica con l’introduzione in vigore, a livello internazionale, del GDPR (General Data Protection Regulation) e del NIS (Network and Information Security).
Mai come ora è stato urgente prendere consapevolezza sull’attenzione che le aziende devono dedicare alla cybersecurity sia dal punto di vista della tutela dell’azienda, così come dal punto di vista dell’osservanza delle norme: nel caso GDPR, un mancato adeguamento alle nuove regole prevede sanzioni che ammontano a circa il 4% del fatturato aziendale.
Ma non solo, la sicurezza informatica diventerà a livello aziendale, una pratica gestita dalle risorse umane che mirerà a rendere prassi la consapevolezza e la responsabilità informatica.
Per quel che riguarda la situazione specifica italiana, stando ai dati Eurispes, solo il 19% delle imprese sono dotate di strumenti adeguati a fronteggiare i rischi legati alla sicurezza informatica, mentre la parte restante non ne ha neppure consapevolezza. Proprio la mancata consapevolezza è la principale causa di attacchi alla cybersecurity.
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